Lecce,
gioiello barocco della Puglia, risplende al tramonto con la vivacità dei suoi
locali e l'energia vertiginosa dei giovani che affollano le sue strade.
Tuttavia, dietro il velo di festa, si nascondono ombre oscure che minacciano la
sicurezza pubblica e il benessere dei cittadini.
Nel mio ruolo in primis di libera
cittadina, e avvocato poi. con un occhio vigile sulle dinamiche sociali e
politiche, osservo con crescente inquietudine l'evolversi della situazione
nella movida leccese (nello specifico quella che riguarda il centro storico di
lecce in piazzetta Santa Chiara, via F. D’Aragona, via Palmieri, etc). Se da un lato comprendo il valore sociale,
commerciale e culturale di queste manifestazioni, dall'altro non posso ignorare
i segnali di deterioramento che emergono.
Il brusio notturno dei locali, la
musica assordante che viola le norme di decenza, atti vandalici e, ancor più
grave, episodi di violenza e intimidazione, sono campanelli d'allarme che non si
possono e non dobbiamo trascurare. La sensazione di insicurezza si diffonde a
macchia d’olio, minando la fiducia dei residenti e corrompendo il fascino di
una città come Lecce, oggi sempre più costretta a continui restyling che il più
delle volte mandano in tilt il capoluogo salentino.
Per affrontare questa sfida
complessa, è necessario un approccio equilibrato e proattivo. Non si tratta di uccidere
la movida, ma di regolamentarla in modo efficace, promuovendo una cultura di
rispetto e responsabilità. Le forze dell'ordine devono essere supportate con
gli strumenti necessari per preservare l'ordine pubblico e intervenire
prontamente in caso di necessità.
Allo stesso tempo, è essenziale
coinvolgere attivamente la comunità leccese tutta, in particolare le fasce più
giovani, nella ricerca di soluzioni condivise ed equilibrate. La partecipazione
autentica, impegnata dei cittadini è fondamentale per promuovere una cultura
della legalità e del rispetto reciproco, trasformando la movida in
un'esperienza positiva e inclusiva per tutti.
Come donna, cittadina e avvocato, mi
impegno a sostenere questa spinta al cambiamento, lavorando per promuovere la
sicurezza pubblica e il benessere della comunità locale. Solo attraverso uno
sforzo collettivo e coordinato possiamo trasformare la movida leccese in un
modello di aggregazione giovanile sano e responsabile, preservando al contempo
l'unicità e la bellezza della nostra città.
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